lunedì 11 gennaio 2016

And a Happy new year....

Vabbé du' paroline allegre, un teuccio coi biscotti al caldo del salone di casa, per lasciare il 2015 co' 'n attimo de speranza, no?

Ma sì dai... visto che in questo anno, che non mi sento ancora di aver finito di raccontare, ho sviscerato ricordi dolorosi, paranoie e problemi, ho salutato il mio amore per Roma, ho spiattellato al vento i miei affetti tutti, forse du' righe pe' di' "oh, comunque buon anno eh!", ci stanno bene.

Ho lasciato una torta da raccontare in sospeso, tra l'altro, fatta il 22 novembre, al compleanno di mia cugina.
Senza considerare quell'unica torta che è rimasta da fare invece, che rimanderà fino a nuovo giudizio, la chiusura definitiva di questo blog, o almeno di questo diabetico anno.

Spremitura e zeste di lime
Sta torta rimasta indietro me fa domanda': perché non finisci con una che t'è venuta bene, Sara, invece che co' sto coacervo de minchiate fatte?
Eh perché... perché questa è rimasta, che dovemo fa'?
Che poi manco sarebbe venuta male, se non avessi avuto almeno un paio di volte nel corso del pomeriggio quello che si chiama "l'attimo der cojone". Dunque gli attimi.
Il giorno in cui ho fatto la torta, infatti, avevo avuto un piccolo choc. Durante la mattina, mentre mi vestivo, ho avuto una specie di svenimento e delle palpitazioni. Ho scoperto di essere allergica a qualche componente di un nuovo detersivo che stavo usando da un paio di settimane. Allergia da accumulo con pruriti, bolle e asma durati quasi fino ad oggi, con cura a base di cortisone e antistaminico.
Quel giorno non stavo un granché, in conclusione.
Questo non per giustificare il semi disastro compiuto, ma per dire che quelle che ho fatto sono stronzate non usuali, che non appartengono al campionario di quelle fatte con una regolarità da serial killer.
Torta cioccolato bianco, aloe vera e lime. Questa era. O avrebbe dovuto essere.
Avevo persino trovato tutti gli ingredienti, aloe a parte.
Knam dice: se non trovi l'aloe, mettici il cedro candito. Così ho fatto. L'aloe l'avevo trovata solo sciroppata; prima di usarla per il dolce di mia cugina, l'ho usata per una torta margherita, per vederne l'effetto. Una porcata epocale. Una roba semiviscida e zuccherina, assolutamente priva di ogni altro sapore che non fosse sciroppo di zucchero.
Gelatina di lime con i cerchi già fatti
Forse Knam ha un'aloe speciale, che sa di aloe e che ha una consistenza piacevole. Sinceramente sti quadratini di ostrica allo zucchero, mi facevano abbastanza cagare. Ho preferito il cedro.
E fin qui...
La sera prima, per portarmi avanti con le pratiche, avevo fatto, con successo, la gelatina di lime che doveva servire per decorare la torta e avevo spremuto il kg di lime che doveva servire per la crema pasticciera (al lime, appunto). Base: una frolla. Ormai la mia specialità.
Riassumendo: frolla, crema pasticciera al lime con cedro candito, copertura di ganache al cioccolato bianco con zeste di lime, guarnita con cerchi di gelatina al lime.
Nun se soffermamo sur fatto che a luglio sarebbe stata più bbbona co' tutto sto lime e che co' 'n mojito accanto potevi mori' felice. A novembre l'ho fatta e a novembre se la pijamo.
Soffermamose piuttosto sui due momenti der cojone:
1) cuocere la frolla con un cerchio di metallo all'interno della teglia per evitare che cadessero i bordi col calore, senza foderare la torta con carta da forno, così una volta sfornata ho realizzato che il cerchio di metallo, col calore, era affondato nella torta separando di netto il bordo dal fondo e costringendomi a rifare tutto.
Cappellata n° 2
2) riprovare a cuocere la frolla ad evitare il crollo dei bordi inserendo nella teglia una scatola di metallo con coperchio rivolto verso il basso, ma sempre senza foderare con la carta da forno. Così sfornata la torta ho provato a tirar su la scatola con pessimi risultati, appurando che la frolla dei bordi si era riversata nell'intercapedine tra la scatola e il coperchio, sigillandola per sempre.
3) a quel punto rattoppare la frolla cotta con pezzi di frolla rimasta e rimetterla in forno 10 minuti rendendo il tutto duro come 'n sercio.
4) conseguenze del bordello sono state un ritardo clamoroso e la conclusione in Zona Cesarini: la ganache non si è freddata abbastanza e le gelatine di lime ci sono affondate come Artax nella palude della tristezza;  la torta non si è potuta togliere dallo stampo pena la distruzione immediata da spappolamento della frolla.

Torta pronta senza cerchi di lime


Alla fine quindi, pe' tigna ho portato a termine il lavoro. Con il motto "ce la devo fare, ce la devo fare" nella testa.
Ho fatto a mia cugina una buona torta, finita in mezz'ora da 5 persone.  Non bella, come al solito, direi proprio bruttarella anzichenò, pora creatura!
Sembrava avessi depositato delle fette di patate su un purè!
Mi assolvo però, da 'sto disastro.






Mi assolvo perché non ero in me. Non sono cappellate che farei normalmente. Era da me sbagliare la crema, far sciogliere la gelatina dimenticandomi di metterla in frigo la notte, accorgermi di aver spremuto tutti i lime senza aver grattato la buccia, lasciare il forno su grill o ad una temperatura improbabile.
Ma dimenticarmi la carta da forno no, non è da me. E rovinare la torta per queste distrazioni nemmeno.
Mi piace più fare errori che dichiarano che non sono capace, piuttosto che "sono capace ma sono rincoglionita".
Altrimenti sarei costretta a dirmi "stai diventando capace" o per lo meno "puoi diventare capace" e lo scopo di questo anno si realizzerebbe, costringendomi a dare risposte a domande per le quali ho cucinato una cinquantina di torte.
Tutto troppo complicato per deciderlo con della carta da forno dimenticata. Ci vuole tempo. E ne ho ancora un po' bisogno.

Intanto...

...ecco la torta. Con le gelatine di Artax. 



ps. no, non parlo di mia cugina e del fatto che ho sbagliato di nuovo una torta per una persona che amo perché lo voglio fare in altro modo e in altro post.
A presto su questi schermi.

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