venerdì 3 giugno 2016

Per innamorarsi basta un'ora

Cantare "Maledetta Primavera" su un palco, con dei musicisti veri alle spalle che suonavano seriamente, insieme a una decina di amiche, con un pubblico di persone che non ci conosceva a guardare, come se fossimo a casa, davanti allo specchio in bagno, con la spazzola in mano al posto del microfono.


Questo è il sunto del matrimonio di Mary e Gino: una felicità talmente naturale da permettere a chiunque di sentirsi se stesso senza sentirsi in pericolo, perché circondato solo da amore e sorrisi profondi.
La firma

Parlarne oggi, a distanza di una settimana, è stato l'unico modo che l'emozione mi ha concesso, affinché mi fosse permesso di guardarla senza esserne sopraffatta.

E lo sarei stata anche se Mary, la mia amica Mary, non fosse stata proprio lei, ma un'amica meno sorella.
(Però lo era. Diciamocelo.)

Chiunque sia stato presente a questo matrimonio, anche solo guardando le foto, non ha visto che occhi a cuore, abbracci, commozione, unione, partecipazione.
Tutti sostantivi in "one", comunque, come fossero accrescitivi di una felicità finalmente palesata al mondo.

Come quando vai ad un concerto di qualcuno che ami tanto e intorno a te sono tutti sintonizzati sullo stesso sentimento.

Che poi è qui proprio, il punto. Il punto è amarsi anche perché fatti di musica.
Perché è anche o soprattutto da lì che l'amore è passato.
Grazie a? Come ha detto l'amico di Gino, Paolo, durante la cerimonia.
O attraverso? Come oggi, a distanza di 15 anni, riesco a dire io della mia amicizia con Mary.

Forse ambedue.
Loro due, Mary e Gino, insieme, sono nell'aria come la musica. Li senti e anche se non li vedi, ne percepisci la forza, come note che hanno un loro suono singolo ma una melodia irresistibilmente trascinante, insieme.

Noi

Guardarli ricorda l'importanza di cercare la felicità perché domani, a voltarsi indietro, è di giorni come il 27 maggio del 2016 che ci commuoveremo e non di quelli in cui ci siamo dimenticati di noi stessi e della convinzione di sentirsi degni di essere amati.

Amo Gino, profondamente, di riflesso all'amore che provo per Mary e non solo.
Lo amo per quello che era prima di incontrare Mary e per quello che è diventato con lei: la sua semplicità malgrado possa mangiare in testa a tanti, la voglia continua di mettersi in discussione e non sentirsi mai arrivato, il calore con il quale vuole bene, la passione per ciò che fa, la sua disarmante sincerità, la capacità di essere qualcosa di bello in qualunque contesto si trovi.

E adesso, accanto a Mary, accanto alla mia, alla nostra Mary, è anche un uomo innamorato che riflette amore, come ne avesse in eccesso.

Sì, comunque è della mia amica Mary che parlo, in effetti.

8 marzo 2003 - raduno Bandabardò
Una settimana prima del matrimonio, ogni tanto, dal nulla, all'improvviso, mi uscivano lacrime.
Pensavo a noi due, davanti al primo palco insieme, il 12 settembre del 2002 "Ah tu sei Sara?" - "Sì" - "Piacere Mary".
Pensavo a noi due, sole o con altri amori accanto, davanti ad altri centomila palchi, dopo quel giorno.
Pensavo a me e lei cambiare volto, capelli, vestiti, case, città, lavori, sempre mano nella mano, sempre legate dall'idea che il futuro potesse essere solo insieme.
Pensavo alle volte che ci siamo dette "stavolta è dura, come ne usciamo?" e a quanto ne abbiamo riso dopo ricordando come ne siamo uscite.
Pensavo ai chilometri fatti per vederci o per salvarci l'un l'altra.
Pensavo alle interminabili discussioni che spaccavano capelli non in quattro ma in particelle infinitesimali, che laceravano e ricostruivano ogni parte del nostro io e finivano con un vaffanculo.
Tutto per uscirne come siamo oggi.
Tutto, probabilmente, affinché fossimo così felici il 27 maggio, io, lei e chiunque amiamo.





Non sempre è necessario aver passato la vita insieme ad una persona, per amarla come una sorella.

Non sempre è necessario aver passato la vita insieme ad una persona, nemmeno per sapere che la amerai sempre come una sorella.

Per noi è così. Lo sappiamo già.

Auguri sorella mia. Auguri mano nella mano, sempre.


Auguri Mary & Gino.
Affinché sempre e malgrado tutto, siate capaci di essere felici come questo 27 maggio.

Vi voglio bene.

Vale, io, Mary
p.s. Nel frattempo, mentre finivo di scrivere questo post, si è sposata la nostra dolce Valentina, quella nelle ultime due foto insieme a me e Mary e poi insieme a me, Mary, Kikka, Chiara, Marzia, Monia, Isa.
E noi, malgrado non avessimo formale invito, non certo perché non ci volesse, abbiamo deciso di presenziare, proprio perché il 27 maggio ha ricordato, ribadito e rigenerato, le priorità affettive delle nostre vite.

Non lo so quante pagine di questo blog ho speso, per parlare della mia famiglia allargata, dell'eterogenea e confusa  comitiva di persone delle quali non potrò mai fare a meno.
Non lo farò ancora. Sembrerei banalmente ripetitiva, smielata e forse retorica.

Ogni volta però, sono fiera di me e di noi, sono fiera perché abbiamo scelto di voler bene e di riceverne e che da questo fondamento riesca a partire ogni azione della nostra vita, prescindendo dal bello e dal brutto, qualunque cosa essi siano.

Buon matrimonio e auguri anche a voi, Vale & Dario.




Che la vita ci preservi sempre la voglia di viaggiare per vederci.








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